"Molti fan prima la roba e poi la coscienza", recita un detto popolare. Prima l'avere e poi l'essere, che richiama il noto libro Avere o essere di Erich Fromm. Ma se si chiedesse alle persone che cosa vogliono davvero, i più direbbero: "Io voglio stare bene. Nel profondo". Per questo è necessario indagare chi è questo "io", nel profondo, questo campo di coscienza in cui ci autoriconosciamo. L'approccio transpersonale, al centro del Feeding the Soul Festival del prossimo giugno (www.feedingthesoul.eu), afferma che vi sono diversi campi di coscienza in cui possiamo identificarci, e che l'evoluzione salutare va verso identità autorealizzate, che si distinguono per una maggiore interconnessione tra le parti di sé, gli altri, la natura e il Tutto.

E un'autorealizzazione sana, per paradosso, necessita di una capacità di porre i propri talenti al servizio di un sistema sempre più vasto, sviluppando pace, amore e compassione, che sono appunto modi di essere unitivi. 
L'ego, dunque, primo processo identitario, fondato su antichi circuiti di piacere e dolore e su bisogni primari di sopravvivenza, non può essere che uno dei gradini coscienziali verso orizzonti più vasti, alti e altri, di un Sé integrato e transpersonale. Per giungervi, il cammino, spesso lungo e tortuoso, passa dal trasformare e sciogliere i nodi in cui l'ego è invischiato, uscire dai labirinti che ha costruito, e insieme alimentare le qualità insite nell'ego per costruire la sana autorealizzazione.


Benvenuti dunque tutti gli approcci che curano le ferite dell'io e insieme aprono a campi di coscienza del Sé, con transe di benessere più integrati e transpersonali. Come le antiche tradizioni spirituali e sciamaniche di cura e le nuove tecnologie del sacro, fra cui la Biotransenergetica di Pierluigi Lattuada, direttore e "anima" del Festival. 
Benvenuti dunque tutti gli approcci evolutivi e le terapie a mediazione corporea, e non solo mentali, che trattano l'essere umano nella sua totalità in divenire. Che rendono la mente vuota – di attaccamenti - e sveglia – agli equilibri sistemici -; e insieme rendono anche il corpo vuoto – di blocchi - e sveglio – a fluidità e interezza. 
Benvenuti dunque, al Feeding the Soul Festival, i molti approcci proposti, che rispondono a questi criteri. Molti, perché molti sono i possibili cammini, sotto questo uni-verso, per dirigersi verso il medesimo luogo... comune.
In pluribus unum.
Walter Gioia

blog: www.aliquismilano.wordpress.com

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